Geologia del territorio comunale

Geomorfologia del territorio

 

Il territorio del Comune di Pozzuolo del Friuli, per le sue anomale caratteristiche geomorfologiche rispetto alla gran parte della pianura friulana, è stato oggetto di studio da parte di numerosi esperti. Sono emersi parecchi problemi, talora rimasti insoluti, ed i pareri sull'origine e la struttura di questa zona sono numerosi e spesso contrastanti. La causa principale di questi «affascinanti» diverbi è da imputarsi ai «terrazzi», lembi», «alture» o «colli», come vengono definiti dai vari autori, i quali si rinvengono nella parte centrale del territorio comunale, dando a questo un'ondulata morfologia.

Allo stato attuale delle conoscenze e dai risultati emersi dallo studio geologico in prospettiva sismica dei territorio comunale, si ritiene di poter concordare con gli autori che attribuiscono al rilievi un significato tettonico (1). Per quasi tutto il Miocene (2) la maggior parte dell'attuale pianura friulana era occupata dal mare; dopo la sedimentazione marina numerosi corsi d'acqua apportavano al mare materiali sciolti e questi contribuirono a formare il «basamento della pianura».

Anche nell'area del Comune di Pozzuolo del Friuli durante il Miocene medio, si depositarono, in un mare poco profondo, principalmente sabbie, limi sabbiosi ed argille, divenuti poi, mediante i processi di diagenesi (3), arenarie e marne, oggi affioranti lungo il greto dei Torrente Cormor nella località (ben nota ai cittadini di Pozzuolo) «Grote di Tami» e, per circa 200 m a nord di questa, lungo la scarpata alta una decina di metri, sul letto del torrente.

Inoltre, queste rocce sì trovano a poca profondità dal piano campagna a nord-est della frazione di Sammardenchia. Successivamente, verso la fine del Miocene, avvenne l'emersione definitiva della parte centro-settentrionale del territorio comunale per la rilevabile mancata sedimentazione marina dal Miocene medio in poi con probabile linea di costa ai limiti meridionali dei comune. L'area emersa viene, quindi, soggetta ad erosione differenziata (4) e i depositi successivi si sedimentano su delle superfici tutt'altro che pianeggianti. Nel Pleistocene (5) medio e superiore avviene il colmamento alluvionale dell'alta e media pianura friulana da parte di sedimenti fluvio-glaciali, con locali lingue molto allungate, fra le quali i rilievi del territorio comunale di provenienza montana, testimoniate dal conglomerati, ora affioranti a nord e a nord-ovest di Pozzuolo e sui colli di Carpeneto. infine, nel periodo olocenico (6) si assiste a un alluvionamento generalizzato di tutta la zona, come avviene per il resto della pianura friulana, con la continua regressione marina fino all'attuale linea di costa.

Le importanti faglie (7) inverse dinariche (a direzione NNO-SSE) impostatesi fin dall'Eocene (1), hanno continuato la loro attività geodinamica per tutto il Quaternario e risultano ancora attive. Tale attività ha portato ad un continuo generale sollevamento della zona, anche se accompagnato da blandi intervalli di stasi, con la conseguente formazione di pieghe anticlinali ad assi NO-SE. Tali rilievi sono tra i più studiati in Friuli: Pirona, Taramelli, Sacco, Tellini, Bruckner, C.B. De Gasperi, Stefanini, E. Feruglio, Comel sono, nell'ordine cronologico, fra i più illustri. Tra le varie descrizioni riguardanti le dorsali di Pozzuolo, la più «suggestiva» rimane proprio la più antica: «a 4 o 5 miglia a sud di Udine si eleva di pochi metri un rialto che, simile ad un'onda in mezzo alla pianura, si dirige da Sud-Est a Nord-Ovest da Pozzuolo per Carpeneto ed Orgnano a Variano. Solo sulle sponde del profondo letto del Cormor presso Pozzuolo può vedersi a nudo la roccia... » (Pirona - Cenni geognostici sul Friuli - 1861). Mentre per quelle di Carpeneto E. Feruglio, nel suo saggio del 1925: «La zona delle risorgive del basso Friuli fra Tagliamento e Torre» così scrive: «Essi s'innalzano con netta scarpata dalla pianura circostante ad una altezza da pochi metri ad una decina e sono allungate da nord a sud, a contorno subfusoideo, in evidente relazione con la direzione delle correnti che le hanno incise e circoscritte. Analogamente, a Pozzuolo, questi lembi risultano di ciottolame che qua e là viene a sporgere sulle pareti delle scarpate». Nella parte rimanente dell'area comunale la morfologia appare più dolce, conforme al resto della pianura circostante; solo ai confini nord-occidentali del Comune si rileva un antico alveo del torrente Cormor, sub-parallelo all'attuale, la «Fornace» e la collina a Nord di «Breda». Anche le foto aeree evidenziano l'esistenza, in questa zona, di un ampio solco di erosione fluviale, estendentesi tra Pozzuolo e le pendici dei già citati colli di «Breda» e, verso nord, fino ad oltre l'abitato di Zugliano. Il torrente Cormor, unico corso d'acqua naturale, scorre da nord a sud in un alveo sinuoso e fortemente incassato nella parte centrale del suo corso, nei pressi dell'abitato di Pozzuolo. Le principali linee di faglia che interessano l'area del Comune di Pozzuolo del Friuli sono: la «Linea di Palmanova» - Faglia inversa di direttrice dinarica (NO-SE) con immersione NE, di massimo sviluppo lineare (ma con modesti rigetti verticali); la «Linea di Lavariano» - Faglia inversa con geometria simile alla precedente; la «Linea di Terenzano» - Faglia inversa cori direzione dinarica, con piano immergente a NE, che sovrappone il flysch eocenico (9) alla molassa miocenica (10) con un rigetto verticale di oltre 1000 m. è la linea più importante tra tutte quelle segnalate dall'esplorazione geofisica (11) nella pianura friulana.

Litostratigrafia (12) del sottosuolo

 

I primi 15-20 metri di profondità dal piano di campagna del territorio comunale sono costituiti da «materiali» che dal più antico al più recente sono così identificabili: Affiorano con strati di spessore variabile da qualche cm. a molti dm., di colore grigio-verdastro, glauconitiche con rari fossili di «scutella subrutunda», sono, inoltre, quarzoso-micacee con fucoidi. La direzione della stratificazione è grosso modo ONO-SSE con immersione verso Nord. Conglomerati (14) (Pleistocene) Si rinvengono lungo il greto del Torrente Cormor, in sinistra orografica, nel pressi di Pozzuolo, sulle scarpate di erosione e sui terrazzi limitrofi al corso d'acqua citato, lungo i fianchi della collina di «Breda» a Carpeneto in Località San Michele e sulle alture a Nord di questa. Tale formazione affiora in banchi più o meno potenti, a volte con cemento calcareo tenace, a volte alquanto disgregato (in prossimità delle linee di disturbo tettonico).

Depositi fluvio-glaciali prewurmiani Coprono la superficie delle già citate «alture», sono costituiti da limi argillosi con sabbia di colore brunorossastro, non mancano i clasti e/o ciottoli di varia natura e dimensioni. Lo spessore di tali depositi varia da punto a punto, in media è di 2-2,5 m, ma a volte supera 1 4 m.

Alluvioni fluvio-glaciali wurmiane Coprono la maggior parte del territorio comunale e sono costituite da materiali, essenzialmente ghiaioso-sabbiosi, a volte commisti a limi argillosi, provenienti dalle acque di fusione del ghiacciaio Tilaventino (15) scaricatisi sul piano, durante l'ultima glaciazione, in corrispondenza del T. Cormor, formando così il suo ampio e piatto conoide che al confine orientale del Comune sfuma fondendosi insensibilmente con il conoide del T. Torre. Successivamente le alluvioni fluitate sono state in parte rimaneggiate, in parte terrazzate o sovralluvionate, in conseguenza del «divagare» ed «operare» nel piano delle acque fluviali, modificando, così, l'originaria fisionomia della zona. L'azione degli agenti atmosferici ha prodotto uno strato di alterazione superficiale limo-argilloso-sabbioso dello spessore medio di 50 cm o che raramente supera il metro di profondità.

Alluvioni recenti Sono costituite principalmente da materiali sabbioso-limosi debolmente ghiaiosi, depositatisi durante le «ultime divagazioni» sul piano del T. Cormor e al limite orientale del Comune, anche dal T. Torre. Si rinvengono ai lati dell'alveo torrentizio con maggiore espansione areale sulla destra orografica. Lo spessore di tali depositi varia dal 70 cm ad oltre 1 m.

Alluvioni attuali Si trovano esclusivamente nel greto del torrente o nelle immediate vicinanze e sono costituite da ghiaie-sabbiose localmente con limo ed argilla.

Idrogeologia

Il corso d'acqua principale ed unico naturale, che attraversa da nord a sud il territorio comunale, è il T. Cormor, il quale trova le sue sorgenti all'interno dell'Anfiteatro Morenico del Tagliamento e, dopo un percorso di circa 15 Km, raggiunge la zona di risorgiva presso Castions di Strada e si perde nelle paludi di Paradiso. E' a carattere temporaneo e l'acqua scorre copiosa solo nel periodi piovosi. Il suo attuale corso è fiancheggiato da modesti terrazzi fino a nord di Pozzuolo, dove qui si elevano, principalmente in sinistra orografica, le già citate scarpate alte in media 7-8 m sul suo letto. Poco a ovest della strada che collega Pozzuolo a Carpeneto il torrente scorre leggermente sinuoso, chiuso da sponde poco elevate (al massimo 2-2,5 m).

Gli altri corsi d'acqua esistenti in Comune sono tutti artificiali; tra questi si evidenziano il Canale Ledra e la Roggia di Udine. Vaste aree dei territorio comunale sono state soggette a fenomeni di esondazione fluviale in occasione di condizioni pluviometriche eccezionali. L'evento più catastrofico degli ultimi cento anni è stato quello del 19-22 settembre del 1920, (in alcuni punti ad Ovest dell'abitato di Pozzuolo le acque raggiunsero un'altezza di oltre un metro). Tali fenomeni si sono ripetuti successivamente nelle stesse zone, anche se con minor entità. Un'area a nord di Sammardenchia è soggetta ad allagamento durante i periodi di forte piovosità, a causa del substrato roccioso Impermeabile che si trova a poca profondità dal piano campagna (in questi periodi comunque le acque raggiungono al massimo un'altezza di pochi decimetri).

La falda freatica in tutto il territorio comunale si trova sempre a grandi profondità con valori compresi tra i 20 m e i 40 m dal piano campagna. L'escursione freatica massima si aggira sui 3 m. Le isofreatiche (16) hanno Una netta flessione con concavità rivolte verso monte, a delineare una netta dorsale freatica dovuta agli affioramenti di conglomerato ed al substrato roccioso presente a poca profondità, scarsamente permeabile. La provenienza delle acque sotterranee, da N-NO e da N-NE, è da ricercarsi nell'Anfiteatro Morenico del Tagliamento e, in minor misura, nelle perdite di subalveo del T. Torre. La maggior profondità della falda dal piano campagna si riscontra nel periodo ottobre-marzo. A nord di Pozzuolo è stata rinvenuta una sorgente temporanea, l'unica in pianura fra l'Anfiteatro Morenico e la zona delle risorgive, la quale ha ripreso la sua attività, seppur saltuaria, dopo una stasi di 10 anni.

ERE PERIODI EPOCHE ANNI FA
Cenozoico Quaternario Olocene 10.000
Pleistocene 1.650.000
Neocene Pliocene 5.000.000
Miocene 25.000.000
Paleocene Oligocene 36.000.000
Eocene 55.000.000
Paleocene 66.000.000
Mesozoico Cretacico 140.000.000
Giurassico 210.000.000
Triassico 250.000.000
Paleozoico Permiano 290.000.000
Carbonifero 360.000.000
Devoniano 410.000.000
Siluriano 460.000.000
Ordoviciano 500.000.000
Cambriano 590.000.000
Archeozoico Precambriano 4.600.000.000

NOTE

 

(1) Branca della geologia che studia gli spostamenti (faglie, fratture) e le deformazioni (pieghe) della crosta terrestre.

(2) Epoca geologica iniziata 25 milioni di anni fa e conclusasi 5 milioni di anni fa. Con il Pliocene fa parte dei Neocene, periodo di mezzo dell'era Cenozoica.

(3) Insieme di trasformazioni fisiche e chimiche nei sedimenti sciolti, che porta in genere alla formazione di roccia consolidata.

(4) Diversa azione degli agenti atmosferici sul processo di demolizione delle rocce le quali presentano un diverso grado di erodibilità a seconda della loro composizione mineralogica e compattezza.

(5) Epoca geologica, che inizia 1,65 milioni di anni fa e termina 10.000 anni fa. Fa parte del periodo Quaternario.

(6) E' l'altra epoca del periodo Quaternario, denominata anche Attuale (10.000 anni fa - tempo presente); l'Olocene rappresenta il periodo successivo all'ultima glaciazione, quella Wurmiana.

(7) Fratture di strati rocciosi, accompagnate da spostamento reciproco delle patti e caratterizzata da brusca interruzione degli strati stessi, lungo una superficie (piatto di faglia) che mette spesso a contatto rocce di età e natura diverse.

(8) Epoca geologica (da 55 a 36 milioni di anni fa) facente parte dei primo periodo dell'era Cenozoica.

(9) Complesso roccioso costituito da alternanze di depositi argillosi, marnosi e arenacei, più raramente conglomeratici.

(10) Roccia arenacea molto friabile e quindi poco resistente, propria del periodo miocenico.

(11) Branca della geologia che si occupa dei caratteri fisici dei terreni e delle rocce, desumibili da metodi indiretti che prevedono l'uso di delicate apparecchiature (sismografi, georesistivimetri, ecc.).

(12) Caratteristiche chimiche, fisiche, strutturali e cronologiche delle rocce e dei terreni.

(13) Rocce sedimentarie clastiche derivate dalia consolidazione di sabbie, limi ed argille.

(14) Rocce sedimentarie clastiche derivate dalla consolidazione di ghiaie, preesistenti.

(15) Ghiacciaio del Tagliamento. La linea meridionale dell'anfiteatro morenico segna il limite della massima espansione durante l'ultima glaciazione (wurmiana).

(16) Linee che uniscono i punti di eguale profondità della falda freatica.